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Gimelli: a rischio quasi 50mila posti di lavoro, l’allarme lanciato

Gimelli: a rischio quasi 50mila posti di lavoro, l’allarme lanciato dal direttore generale Uncsaal

55%: addio al risparmio energetico, il DL cancella tutti gli obiettivi Con il decreto Sviluppo “non c’è stata una riduzione del bonus dal 55% al 50%, ma un sostanziale annullamento della misura del risparmio energetico”. Perché “se dal 1° luglio 2013 tutte le agevolazioni rientreranno nella casistica del 36%, quale appeal potranno avere gli interventi per l’efficienza energetica rispetto a a quelli per le semplici ristrutturazioni?” Non usa mezzi termini Pietro Gimelli, direttore generale di Uncsaal (Unione nazionale costruttori di serramenti acciaio, alluminio e leghe), l’associazione di Confindustria che raggruppa le aziende leader nell’involucro edilizio. Un comparto che “con le misure messe in campo dal Governo – afferma Gimelli – rischia di perdere quasi 50mila posti di lavoro solo per i serramenti”.  “Non ho nulla contro il fatto che gli sgravi sulle ristrutturazioni passino dal 36 al 50%, ma non si capisce perché le agevolazioni per il risparmio energetico debbano scendere al 50% da gennaio e terminare poi a giugno 2013” si chiede il direttore generale dell’ Uncsaal. Che spiega: “L’impostazione dell’articolo 11 del decreto provocherà, da oggi fino a fine anno, confusione nei consumatori” mentre “da gennaio a giugno prossimi, con la scomparsa della differenza tra le aliquote. Sparirò anche il vantaggio per l’utente nello scegliere le regole previste per l’efficienza energetica, visto che potrà ottenere lo stesso sgravio del 50% con regole molto più semplici e prodotti che non devono rispettare alcun livello di prestazione e, quindi meno costosi”. Senza contare poi che “il ritorno al  solo 36% nel 2013 – continua il direttore – produrrà danni per l’erario fino a due mmiliardi e mezzo l’anno” oltre a favorire “il riacutizzarsi dell’economia sommersa”. Un provvedimento, dunque, che “non serve a nulla – dice Gimelli – se non a creare danni alle imprese del settore che rischiano di chiudere, e confusione nei consumatori, i quali rappresentano la leva più importante per aumentare l’efficienza del patrimonio immobiliare italiano, che per il 70% è imn mano alle piccole famiglie  e ne l 45% dei casi ha più di 40 anni”. Mentre “avrebbe molto più senso – aggiunge il direttore Uncsaal – la conferma del 55% o anche un provvedimento che fissi il bonus al 50%, ma per tre anni e con la possibilità di modulazione delle rate del rimborso da 5 a 10 anni”. “Stiamo spiegando a tutti i soggetti interessati i motivi del nostro dissenso – conclude Gimelli – e se sarà necessario daremo vita ad una vera e propria campagna di protesta. Fonte: Edilizia e Territorio

Comunicato stampa


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