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Edilizia, sale al 50% il bonus ristrutturazioni

Edilizia, sale al 50% il bonus ristrutturazioni

Un miliardo sarà attivabile dal Fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti per il sostegno alle imprese Il decreto sulla Crescita è «tecnicamente pronto» per affrontare l’esame del consiglio dei ministri che si svolgerà giovedì o venerdì. Il provvedimento, firmato da Corrado Passera, potrebbe restare diviso in due decreti, uno sullo sviluppo, l’altro sulle infrastrutture, o essere ricondotto a uno. Mentre si confermano le anticipazioni del Corriere circa i 600 milioni di incentivi riordinati, il credito d’imposta, i minibond e l’accelerazione sugli impianti energetici, si fa più chiara anche quella parte del decreto con cui si punta a rilanciare opere pubbliche e edilizia, messa a punto dal viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia. Non dovrebbe avere problemi l’approvazione dei project bond , cioè l’emissione e il collocamento di obbligazioni da parte dei concessionari e delle società di progetto per finanziarsi, sostenuti da un trattamento fiscale agevolato, equiparato ai titoli del debito pubblico. In materia edilizia c’è molta attesa da parte delle imprese del settore per una serie di novità. Ripetutamente sollecitate dall’Ance (associazione costruttori), sarebbero in arrivo quattro norme chiave. Primo: il ripristino dell’Iva sulle cessioni e sulle locazioni delle nuove costruzioni, effettuate oltre cinque anni dall’ultimazione dei lavori. Secondo: l’esenzione dell’Imu (la nuova Ici) sulle nuove costruzioni per un massimo di tre, più probabilmente cinque anni. Già questi due provvedimenti potrebbero avere ricadute per 3,5 miliardi e creare 17 mila nuovi posti di lavoro. Terzo: l’elevazione dal 36% al 50% delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e l’innalzamento da 48 mila a 96 mila euro del limite di importo detraibile, cifre che fino a ieri sera ballavano ancora. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, starebbe lavorando a confermare l’estensione di questa norma alle ristrutturazioni fatte con criteri antisismici. La norma attiverebbe investimenti aggiuntivi per 350 milioni di euro. Non solo: nel 2013 la crescita degli investimenti comporterebbe un maggior gettito di 47 miliardi, mentre per lo Stato il minor introito sarebbe nel 2014 di 82,4 milioni e poi di 580 nel 2015, 894 nel 2016 e 1.209 nel 2017. Quarto: riconduzione a regime delle detrazioni del 55% per interventi di riqualificazione energetica che attualmente vengono prorogati di anno in anno. La percentuale qui balla e potrebbe scendere al 50%. I quattro provvedimenti insieme dovrebbero avere ricadute per 45 miliardi e 25 mila nuovi occupati. Dovrebbe passare senza problemi il «Piano nazionale per le città» con l’istituzione presso il ministero delle Infrastrutture di una «cabina di regia», che seleziona gli interventi proposti dai Comuni per la riqualificazione e la valorizzazione di aree urbane degradate utilizzando fondi ministeriali per 230 milioni di euro e fondi attivabili per complessivi 2 miliardi. Novità dell’ultima ora sul decreto Sviluppo vedrebbero il venir meno delle norme che fissano i tetti per la compensazione dei crediti fiscali, da uno a cinque milioni di euro, a seconda del tipo di società. Si rinvia la materia all’emanazione di un decreto ministeriale. Resta invece la norma che innalza le soglie di compensazione per i versamenti Iva. È confermato il credito d’imposta del 40% sulle spese ammissibili sul costo del personale ma resta circoscritto alle assunzioni altamente qualificate che danno diritto a un beneficio fiscale del 100% con un credito d’imposta massimo di 300 mila euro e non più 600 mila. Punta sulla «trasparenza nei rapporti economici tra Pubblica amministrazione, imprese e cittadini» la norma che prevede la pubblicità obbligatoria su Internet, a partire da mille euro, per sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese oltre all’attribuzione di corrispettivi e compensi a persone, professionisti ed imprese per forniture, servizi, incarichi e consulenze. Il riordino degli incentivi prevede l’istituzione di un Fondo per la crescita sostenibile da circa 600 milioni così recuperati: 118 milioni dai Contratti di Programma per le «aree depresse»; 140 dai Contratti di Area; 330 dal Fondo per l’innovazione; 34,5 dalle risorse per la Reindustrializzazione. In più circa un miliardo sarà attivabile dal Fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti per il sostegno alle imprese. Fonte: Corriere della Sera

Comunicato stampa


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