Il corpo di E.F., 44 anni, appeso a una trave nei locali della sua fabbrica di infissi a Cepagatti, è stato scoperto dagli operai stamattina, dopo l’apertura dei cancelli. Gli inquirenti hanno accertato che era in difficoltà economiche. Lascia una compagna e un figlio piccolo PESCARA – La crisi continua a uccidere. Perché è la crisi a guidare la mano di quanti, non riuscendo più a onorare i debiti, decidono di farla finita. L’ultimo caso a Cepagatti, in provincia di Pescara, dove gli operai di una fabbrica di infissi hanno rinvenuto il corpo senza vita del loro datore di lavoro. E.F., 44 anni, strozzato dai debiti, all’alba di questa mattina si è impiccato legando una corda a una trave nei locali dell’azienda che con sacrifici aveva messo su da diversi anni. Una decisione senza ritorno, maturata probabilmente da tempo. I carabinieri di Pescara, diretti dal capitano Claudio Scarponi, hanno appurato, anche dalle testimonianze dei dipendenti, che l’imprenditore negli ultimi tempi era preoccupato e depresso proprio per le difficoltà economiche. La dinamica della tragedia è stata ricostruita dai carabinieri della Stazione di Cepagatti (Pescara) e dalla Compagnia del capoluogo adriatico. Drammatico il racconto del ritrovamento fatto agli inquirenti. Alle 7.45, all’apertura dei cancelli, gli operai sono entrati in fabbrica è hanno visto il cadavere dell’imprenditore penzolare da un’altezza di pochi metri. Evidentemente scossi, hanno lanciato l’allarme, ma non c’è stato nulla da fare. Il medico legale ha certificato il decesso dell’uomo per soffocamento. E.F era titolare dell’azienda assieme a un socio, una mezza dozzina gli operai. La salma è stata già restituita alla famiglia. L’uomo aveva una compagna e un figlio piccolo. La Master esprime il proprio cordoglio ai familiari per il tragico avvenimento. Fonte: Repubblica.it
Comunicato stampa
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