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Ritenuta d’acconto all’8%: a rischio la redditività delle Pmi delle

Ritenuta d’acconto all’8%: a rischio la redditività delle Pmi delle costruzioni.

Partita la battaglia di molte sigle del settore per chiedere modifiche alla legge di stabilità 2015 Tutta, o quasi, la redditività delle piccole e medie imprese della filiera delle costruzioni, impegnate sul fronte delle ristrutturazioni e del risparmio energetico, nel 2015 rischia di finire congelata, in attesa di un futuro incasso. E’ questo il terribile risultato che potrebbe portare l’aumento, dal 4 all’8 per cento, della ritenuta d’acconto sui bonifici effettuati per usufruire delle detrazioni fiscali. E’ già partita, allora, la battaglia di molte sigle del settore per chiedere modifiche alla legge di stabilità 2015, in discussione in questi giorni in Parlamento. Un attacco durissimo arriva da Unicmi, che unisce le industrie delle costruzioni metalliche, dell’involucro e dei serramenti: si tratta di imprese molto coinvolte dal bonus del 65% per il risparmio energetico. “Ricordiamo – spiegano in una nota – che la ritenuta d’acconto sui bonifici bancari effettuati per i lavori per i quali in seguito il contribuente avrebbe richiesto la detrazioni fiscale era stata introdotta dal Governo Berlusconi con due motivazioni sostanziali: fare cassa con entrate immediate e introdurre un monitoraggio oggettivo delle entrate delle imprese operanti nell’edilizia derivanti dai bonus edilizia”. Portare questa percentuale all’8%, vicino al 10% immaginato dal Governo Berlusconi, significherebbe “un insostenibile drenaggio di liquidità e il sostanziale congelamento dell’intera redditività operativa per tutti gli operatori dell’edilizia che operano sui fronti del risparmio energetico e delle ristrutturazioni edilizie”. A proposito del raddoppio della percentuale della ritenuta d’acconto, infatti, il coordinatore scientifico dell’Ufficio studi economici Unicmi Carmine Garzia, fa qualche calcolo: “Se si considera che dall’inizio della crisi il settore ha perso circa il 35% del valore della produzione aggregata e il reddito operativo si è più che dimezzato, passando dal 6% del valore della produzione del 2008 a meno del 3% del 2013, il raddoppio dell’aliquota della ritenuta d’acconto rischia di essere insostenibile dalla maggioranza degli operatori”. Considerazioni altrettanto dure arrivano dal presidente nazionale di Cna, Daniele Vaccarino: “Con un’operazione a freddo che ci lascia interdetti – sottolinea – si è deciso di portare dal 4 all’8% la ritenuta applicata sui bonifici bancari collegati alle operazioni di ristrutturazione ed efficientamento energetico delle abitazioni e degli immobili delle imprese che danno diritto alle detrazioni fiscali”. Anche lui punta sulla questione dei redditi. “La banca dati degli studi di settore è cristallina – spiega – su 100 euro di ricavi il reddito per l’impresa è intorno ai 10 euro. Mettiamola in chiaro: significa che qualcuno si è messo in testa di chiedere alle imprese di anticipare l’80% del reddito”. Senza contare che gli effetti sul credito di imposta sarebbero molto pesanti. “Forse – prosegue – si vuole una creazione forzosa di credito d’imposta talmente elevata da renderne difficile e costoso il recupero?”. E conclude: “Non vengano a raccontare che l’aumento della ritenuta serve a combattere l’evasione. Per combattere l’evasione è sufficiente una ritenuta dello 0,1%. Tanto basta alle banche per comunicare all’Agenzia delle entrate il pagamento effettuato all’impresa”. Fonte: Edilizia e Territorio – ilSole24h

Comunicato stampa


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